Auteur: Alessandra Baggio

Una gentilissima struttura medievale in giuoco bizzarro con le chiare acque dei fiumi che l’attraversano e né le distruzioni di guerre né il cattivo gusto degli uomini riescono ancora a tramutare.

Da queste parole del celebre scrittore trevigiano Giovanni Comisso, traspare la vera anima di Treviso, piccola città dove il passato si mostra glorioso con i suoi monumenti e le ricche facciate dei palazzi, e dove la vita scorre al ritmo [simple_tooltip content=’Qualcosa che si ripete e si ripropone in modo costante e sempre uguale.’] inesorabile[/simple_tooltip] del fiume che l’attraversa.

Treviso è il capoluogo della sua omonima provincia. Essa si trova [simple_tooltip content=’Inserita, racchiusa nel mezzo di qualcosa.’] incastonata[/simple_tooltip] nel mezzo della regione Veneto, tra le dolomiti bellunesi e la laguna veneziana. È quindi un luogo caratterizzato da una vasta diversità geografica, con le colline famose per il vino Prosecco che la coronano a nord e la pianura nella zona sud, famosa per [simple_tooltip content=’Piante coltivate negli orti a scopo alimentare. Esempi di ortaggi sono: pomodori, lattuga, patate.’] ortaggi[/simple_tooltip] quali il [simple_tooltip content=’Il radicchio rosso di Treviso è una tipologia di ortaggio caratterizzato da un colore rosso scuro intenso e striature bianche. Dalla forma molto particolare, quasi ad assomigliare ad un fiore, è composto da germogli molto croccanti. Tipico del periodo invernale. ‘] radicchio[/simple_tooltip] e gli asparagi di Badoere e Cimadolmo.
Le origini di questa città sono antichissime, tant’è che il primo [simple_tooltip content=’L’atto di stabilirsi ed abitare per la prima volta in un luogo.’] insediamento[/simple_tooltip] risale all’età del Bronzo. La fertilità del terreno, i numerosi boschi e l’abbondante presenza di acqua, resero il territorio un luogo ideale per numerosi popoli, come i Galli e i Romani.
È nel 49 a. C., sotto il dominio romano, che l’insediamento urbano ricevette il titolo di città e venne denominata Tarvisium: da questo momento, la città visse una fioritura culturale e artistica sotto la dominazione di popoli che l’hanno invasa e governata.
Nel 1164 ricevette lo statuto di libero comune e duecento anni dopo, nel 1339, fu la prima città del Veneto ad aderire autonomamente alla Repubblica ducale di Venezia.
La città subì un grave colpo durante la seconda guerra mondiale quando, il venerdì santo del 7 aprile 1944, venne bombardata massivamente dagli aerei degli alleati. Questo disastro provocò all’incirca 1600 vittime e il danneggiamento della stragrande maggioranza dei monumenti artistici e dei palazzi cittadini.

La città di Treviso è formata da un [simple_tooltip content=’Insieme di vie e stradine che sembrano formare un labirinto.’] dedalo[/simple_tooltip] di strade e viuzze che si snodano all’interno di una [simple_tooltip content=’L’insieme delle fortificazioni che vanno verso i limiti estremi di una città o di un castello, percorrendo tutto il perimetro.’] cinta[/simple_tooltip] muraria di epoca medievale. Le mura avevano una funzione difensiva: proteggere la città da eventuali attacchi di popoli nemici; per questo motivo, per rafforzare la difesa, un torrente artificiale [simple_tooltip content=’Stringe a sé, racchiude.’] accinge[/simple_tooltip] i 4 km di mura. Diventate il parco cittadino della città, luogo prediletto dei Trevigiani per fare lunghe passeggiate o per partecipare a concerti nel periodo estivo, lungo le mura è ancora oggi ben visibile il ruolo che avevano. Si possono scovare, infatti, tra le porte che servivano all’accesso alla città, le [simple_tooltip content=’Finestre lungo le mura di una fortificazione dalle quali sparano i cannoni.’] cannoniere[/simple_tooltip] ed altri paramenti militari.

Forte è l’influenza veneziana nella città, dagli echi architettonici, con le iconiche [simple_tooltip content=’Tipo di finestra tipicamente Veneziana, è divisa verticalmente in tre aperture, divisa da due colonnine su cui poggiano tre archi.’] finestre a trifora[/simple_tooltip] e con la costante presenza del leone alato di San Marco in tanti palazzi pubblici. Ed è proprio da un’isola veneziana che prende il nome un luogo simbolo della città: i Buranei (in italiano Buranelli). Questo magico luogo, dove le fronde dei [simple_tooltip content=’Alberi ornamentali che raggiungono un’altezza di 10/15 metri, hanno i rami molto sottili che ricadono verso il basso.’] salici piangenti[/simple_tooltip] e le facciate colorate dei palazzi si riflettono nelle placide acque del corso d’acqua che l’attraversa, venne chiamato in questa maniera in onore degli abitanti di Burano. Questi, abili navigatori e trasportatori di merci da tutto il mondo, usavano le case in questo luogo peculiare della città per [simple_tooltip content=’Immagazzinare, conservare in un magazzino.’] stoccare[/simple_tooltip] beni e prodotti. Da [simple_tooltip content=’Semplicemente, che è così come appare.’] mero[/simple_tooltip] luogo di lavoro e di scambio, è diventato oggi uno degli [simple_tooltip content=’Luoghi molto belli, appaganti alla vista.’] scorci[/simple_tooltip] più suggestivi.

Il cuore nevralgico è Piazza dei Signori, luogo preferito dei Trevigiani per quattro ciacoe (versione dialettale per “chiacchiere”) e uno spritz, l’aperitivo veneto per eccellenza. Ad incorniciare la piazza ci sono tre palazzi di epoca medievale: il Palazzo della Prefettura, la Torre Civica campanaria ed il Palazzo dei Trecento, [simple_tooltip content=’Fondamentali, essenziali.’] cardini[/simple_tooltip] della vita cittadina comunale. Il Palazzo dei Trecento era luogo di riunione del consiglio comunale, mentre il Palazzo della Prefettura era il luogo di residenza del Podestà, antica figura equiparabile ai giorni nostri al sindaco. Il podestà, affinché garantisse scelte imparziali nello svolgimento del suo ruolo, doveva provenire da una località al di fuori della città di Treviso. Ancora tutt’oggi questi palazzi rappresentano luogo di ritrovo della vita politica cittadina.
La piazza tuttora porta visibili le ferite dei bombardamenti del 1944: durante il restauro, si decise infatti di marcare sulle facciate dei palazzi le parti ricostruite con un segno nero.

Ed è proprio da Piazza dei Signori che parte la via principale: il Calmaggiore. Il nome deriva dal latino ‘Callis maior’ ed in epoca romana questa via coincideva con il ‘Cardo Maximum’. Strada interamente incorniciata da storici portici, conduce ad altri luoghi salienti della città. Uno di questi è la Fontana delle Tette. La fontana si presenta come un mezzo busto di donna che si regge i seni, dai quali [simple_tooltip content=’La fuoriuscita di un liquido in grande quantità.’] sgorga[/simple_tooltip] l’acqua. Ad oggi è diventata la meta prediletta di numerosi turisti per scattare foto spiritose, ma ben più serie sono le sue origini. In seguito ad una catastrofica [simple_tooltip content=’Periodo di tempo caratterizzato da una totale assenza di acqua e di precipitazioni.’] siccità[/simple_tooltip] che colpì Treviso nel 1559, il podestà ordinò di costruire una fontana in marmo che celebrasse l’abbondanza. Ma anticamente dai seni non sgorgava acqua, bensì del vino bianco e del vino rosso. Ogni autunno, per festeggiare la nomina di un nuovo podestà, la fontana [simple_tooltip content=’Far fuoriuscire un liquido, sinonimo di sgorgare.’] stillava[/simple_tooltip] vino per tre giorni consecutivi, trasformando così questo [simple_tooltip content=’Rito, celebrazione in onore di qualcuno o per celebrare e ricordare un avvenimento.’] rito propiziatorio[/simple_tooltip] in tradizione che cessò solamente nel 1797 alla caduta della Repubblica di Venezia.

Alla fine del Calmaggiore si trova il Duomo, la chiesa principale della città. Edificio originario del XI secolo, ma ricostruito nel XVIII secolo, è caratterizzato da una facciata tipicamente neoclassica, con la sua ampia scalinata che si protrae nella piazza circostante. Ciò che lo rende unico sono le sette cupole che la sovrastano, quasi [simple_tooltip content=’Ricordare, essere somiglianti a qualcosa.’] riecheggiando[/simple_tooltip] la famosa architettura della chiesa di San Marco a Venezia.

Luogo simbolo del potere dei nobili durante il periodo del Libero Comune è la Loggia dei Cavalieri. Questa struttura che si mostra come un [simple_tooltip content=’Struttura architettonica contornata da arcate che la aprono verso l’esterno.’] loggiato[/simple_tooltip] affrescato, fungeva da punto di incontri istituzionali dai rappresentanti del governo locale in epoca medievale. Negli anni, la Loggia dei Cavalieri subì numerosi cambiamenti diventando dapprima magazzino per le merci fino a cadere in stato di completo abbandono. È soltanto dopo i gravi danni [simple_tooltip content=’Fatti, provocati da.’] arrecati[/simple_tooltip] in seguito al bombardamento della seconda guerra mondiale che si decise di restaurarla per portarla ai suoi antichi splendori.

Luogo unico e imperdibile è la Pescheria. Situata su un isolotto artificiale, venne costruita nel 1800 per trasferirci il mercato del pesce cittadino per motivi igienici, in modo tale da allontanare gli sgradevoli odori dall’allora centro urbano. Questo luogo oggi è [simple_tooltip content=’Cuore della città, luogo principale e più importante.’] centro nevralgico[/simple_tooltip] della vita sociale dei Trevigiani, attorniati da una miriade di tavolini di osterie e ristoranti storici.

La città di Treviso è servita dall’aeroporto di Treviso Canova Sant’Angelo e quindi facilmente raggiungibile dal Belgio grazie a collegamenti giornalieri da Zaventem e Charleroi serviti da Ryanair.
Per cui zaino in spalla e lasciatevi trasportare dalle bellezze che la città ha da offrire!

Alessandra BAGGIO

GLOSSARIO

1. Inesorabile
Qualcosa che si ripete e si ripropone in modo costante e sempre uguale.

2. Incastonata
Inserita, racchiusa nel mezzo di qualcosa.

3. Ortaggi
Piante coltivate negli orti a scopo alimentare. Esempi di ortaggi sono: pomodori, lattuga, patate.

4. Radicchio
Il radicchio rosso di Treviso è una tipologia di ortaggio caratterizzato da un colore rosso scuro intenso e striature bianche. Dalla forma molto particolare, quasi ad assomigliare ad un fiore, è composto da germogli molto croccanti. Tipico del periodo invernale.

5. Insediamento
L’atto di stabilirsi ed abitare per la prima volta in un luogo.

6. Dedalo
Insieme di vie e stradine che sembrano formare un labirinto.

7. Cinta
L’insieme delle fortificazioni che vanno verso i limiti estremi di una città o di un castello, percorrendo tutto il perimetro.

8. Accinge
Stringe a sé, racchiude.

9. Cannoniere
Finestre lungo le mura di una fortificazione dalle quali sparano i cannoni.

10. Finestre a trifora
Tipo di finestra tipicamente Veneziana, è divisa verticalmente in tre aperture, divisa da due colonnine su cui poggiano tre archi.

11. Salici piangenti
Alberi ornamentali che raggiungono un’altezza di 10/15 metri, hanno i rami molto sottili che ricadono verso il basso.

12. Stoccare
Immagazzinare, conservare in un magazzino.

13. Mero
Semplicemente, che è così come appare.

14. Scorci
Luoghi molto belli, appaganti alla vista.

15. Cardini
Fondamentali, essenziali.

16. Sgorga
La fuoriuscita di un liquido in grande quantità.

17. Siccità
Periodo di tempo caratterizzato da una totale assenza di acqua e di precipitazioni.

18. Stillava
Far fuoriuscire un liquido, sinonimo di sgorgare.

19. Rito propiziatorio
Rito, celebrazione in onore di qualcuno o per celebrare e ricordare un avvenimento.

20. Riecheggiando
Ricordare, essere somiglianti a qualcosa.

21. Loggiato
Struttura architettonica contornata da arcate che la aprono verso l’esterno.

22. Arrecati
Fatti, provocati da.

23. Centro nevralgico
Cuore della città, luogo principale e più importante.